Ogniqualvolta i medici dirottano il paziente verso un'altra struttura sanitaria più attrezzata hanno l'obbligo, prima di disporre il trasferimento, di effettuare una diagnosi ed assistere il paziente.
La Corte di cassazione con la sentenza n. 13547/2012 ha stabilito l'obbligo per il medico che decida di trasferire il paziente in altra struttura sanitaria di fare tutto ciò che è nelle sue possibilità per tutelarne la salute. Secondo questo principio, il medico non può disinteressarsi del paziente e demandare la cura alla struttura più attrezzata, ma deve attivarsi per assistere il paziente.
Il caso risolto dalla Suprema Corte riguardava un giovane che era stato trasferito più volte in diverse strutture sanitarie senza ricevere mai una vera e propria diagnosi, né tanto meno una cura tempestiva.
I sanitari, benché non in grado di eseguire compiutamente il trattamento sanitario necessario, conservano l'obbligo di formulare in ogni caso una diagnosi accurata.
Il rispetto di questa regola consentirebbe di diagnosticare la gravità della situazione al fine di scongiurare un aggravamento delle condizioni cliniche del paziente e nei casi più gravi il pericolo per la stessa vita.
Nel momento in cui il paziente o i suoi familiari si rivolgono ad una struttura sanitaria chiedendo assistenza, si instaura con la struttura e con il medico un vero e proprio contratto, con l'obbligo per i sanitari di fare tutto ciò che è nelle loro possibilità per salvaguardare la salute del paziente.