L'Agente deve provare il contenuto della busta che invia al contribuente.


Il contribuente che riceve la cartella esattoriale, da consuetudine, si trova tra le mani un bustone bianco all’interno del quale le singole pagine in esso contenute non vengono né legate tra loro né collegate alla busta, quindi pagine che facilmente si potranno perdere.
Potrebbe quindi succedere che la cartella sia incompleta perché manca qualche pagina o addirittura potrebbe anche capitare che la busta sia completamente vuota.
La sentenza della Cassazione n. 17203/13 ha affrontato la questione prospettata da un contribuente ed ha stabilito che una cartella senza contenuto è una nulla o, in casi estremi, inesistente. Queste ogniqualvolta la cartella non contenga le informazioni minime essenziali, quali la natura e tipo di tributo richiesto, l'annualità, il calcolo degli interessi, le istruzioni su come presentare ricorso.
Secondo la Suprema Corte è onere dell'Agente della riscossione provare l’esatto contenuto della cartella esattoriale spedita al destinatario. A quest’ultimo, dunque, basterà semplicemente dedurre che l’atto ricevuto era incompleto. In questo modo, il contribuente sposta l'onere di provare l'esatto contenuto della raccomandata sull'Agente della riscossione, il quale sarà onerato di dimostrare che la busta inviata contiene la cartella esattoriale.